Il trauma è immagazzinato nel corpo

Ciao a tutti amici!

Cosa s’intende con la frase “i traumi sono immagazzinati nel corpo?” in che senso? che cos’è il “corpo del trauma“?

Il “corpo del trauma” si attiva quando stiamo sperimentando il passato nel momento presente. Quando il nostro cervello, inconsciamente, percepisce una situazione simile ad un evento traumatico avvenuto nel passato, la nostra fisiologia cambia: il sistema nervoso viene attivato, gli ormoni (come il cortisolo) vengono rilasciati ed il corpo si prepara a combattere o a fuggire.

Quando siamo nel “corpo del trauma” non abbiamo accesso alla logica, alla ragione o alla comprensione razionale; questo è il motivo per cui spesso sembra che stiamo esagerando.

Dopo che il “corpo del trauma” è stato attivato, spesso proviamo vergogna, rimorso o disgusto per il nostro comportamento. Affrontiamo questi cicli di vergogna in modi malsani (ad esempio , bevendo…),  il che crea solo livelli di vergogna più profondi.

Come facciamo a capire se siamo nel nostro corpo traumatizzato? Questi possono essere alcuni indicatori:

  • Ci sentiamo emotivamente sopraffatti: incapacità di formare pensieri chiari, incapacità di comunicare chiaramente come ci sentiamo, desiderio di scappare o evitare;
  • Ci sentiamo insensibili, disconnessi o come se ci stessimo guardando dall’alto o da fuori: questa è la dissociazione(su questo ho scritto un articolo approfondito a parte). La dissociazione è un meccanismo che agisce come protezione facendoci  “lasciare il corpo” per sopravvivere al pericolo percepito;
  • Ci sentiamo fuori controllo, emotivamente esplosivi e non si ha spazio per ascoltare un’altra persona: questo accade in genere con una persona i cui tratti riflettono una relazione conflittuale con un genitore o una dinamica che era presente nella relazione genitore/figlio (esempio: abbandono, rifiuto, controllo, punizione, coercizione…)
  • Placare o fare qualsiasi cosa per evitare il conflitto, sentendo una sensazione di paura paralizzante: questo tipo di risposta è chiamata adulatoria ed è una risposta comune quando si è avuto un genitore altamente emotivo, fisicamente e verbalmente violento, le cui emozioni, quindi, controllavano l’ambiente della casa.

Ricapitolando: quando siamo nel corpo del trauma, perdiamo la nostra capacità di ascoltare un’altra persona o di accedere alla logica o alla ragione. Il nostro sistema nervoso simpatico è attivato e gli ormoni che segnalano che il nostro corpo è in pericolo attraversano il nostro flusso sanguigno.

Foto di Raúl Nájera su Unsplash

Il corpo del trauma è maggiormente attivato all’interno di relazioni intime, strette, perché queste relazioni innescano la nostra prima ferita da attaccamento. Questo è il motivo per cui così tanti di noi sono coinvolti in cicli di rievocazioni di traumi con lo stesso “tipo” di persone nelle relazioni sentimentali o amicali strette.

Il passato sta cercando di essere sanato, riparato e affrontato. Il nostro corpo ricorda tutto, anche se non ne siamo coscienti. Quando qualcuno è nel corpo del trauma, non può sentirci. Quando siamo nel corpo del trauma, non possiamo sentire nessuno.

Se osserviamo le coppie che litigano, vedremo spesso che sono entrambi nel corpo del trauma: dimostrare di avere ragione, presumere le motivazioni dell’altro, tirare fuori il passato per dare credito al proprio punto di vista. Questi cicli di rievocazione del trauma possono creare una forte dipendenza, anche quando si è consapevoli che sono tossici. Oppure, potremmo vedere una persona completamente chiusa, che mette un muro, che non dice una sola parola, come se l’altra persona non fosse lì.

Possiamo fare pratica per diventare consapevoli del nostro corpo traumatizzato (questo ci permetterà anche di riconoscere quando qualcun altro è nel suo). Quando diventi cosciente, non dimenticarti che:

– Le “piccole” cose che non sembrano essere un grosso problema per gli altri possono sembrare un “grande” problema per te se colpiscono una tua ferita profonda. Non invalidare le tue emozioni, permettile;

– Le tue emozioni sono valide ma il meccanismo di risposta attivato per affrontarle (quando sei nel corpo del trauma) potrebbe non esserlo. Può essere molto dannoso per gli altri. Scusarsi e assumersi la responsabilità ascoltando l’altra persona mentre condividono l’impatto che hai avuto su di loro, guarisce;

– Il movimento, la respirazione profonda, nominare o scrivere in un diario le sensazioni provate, ti permetterà di connetterti di nuovo al tuo Vero Io, cosciente e amorevole;

– Comunicare con il tuo partner (mentre non sei nel corpo del trauma) consentirà a entrambi di avere maggiore compassione e consapevolezza di come il trauma si manifesta per entrambi.

Vediamo più in dettaglio, scientificamente cosa si intende con l’affermare che “il trauma è immagazzinato nel corpo”. Intanto non è così vero, letteralmente, e non è così semplice come sembra. Ecco cosa succede davvero:

Spesso i ricordi angoscianti rimangono non elaborati, il che significa che rimangono nella memoria a breve termine invece di essere archiviati a lungo termine. Uno dei motivi per cui questo succede è perché ciò sostiene la nostra sopravvivenza: se riusciamo a ricordare acutamente una cosa orribile, possiamo (teoricamente) impedire che accada di nuovo. L’altro motivo è che la memoria a lungo termine funziona per associazione; potete immaginare che lì dietro abbiamo infinite cartelle di file con categorie di esperienze. Quando accade qualcosa di nuovo, scioccante o doloroso, spesso non abbiamo quella specifica cartella di file per archiviarlo. Quindi, il cervello può elaborare solo alcuni aspetti degli eventi, ma non tutto.

Le reti di memoria “traumatiche” sono immagazzinate con molto più del contenuto autobiografico; contengono anche convinzioni, emozioni, informazioni sensoriali e sensazioni corporee. Quindi, ecco un modo in cui il trauma si collega al corpo: l’attivazione del sistema nervoso simpatico nel nostro corpo al momento dell’evento (che il cervello percepisce come simile a quello traumatico passato) sarà ciò che avvertiremo quando la memoria viene attivata.

Un altro modo in cui il trauma viene “immagazzinato nel corpo” è attraverso la tensione muscolare e fasciale correlata ad un sistema nervoso che si trova regolarmente in uno stato difensivo, situazione comune dopo un trauma. Questo non significa che un’emozione sia immagazzinata nel flessore dell’anca o che un ricordo viva nel muscolo del polpaccio; significa che il tuo sistema nervoso dice costantemente al tuo corpo di proteggersi attraverso la costrizione.

Foto di Marvin Esteve su Unsplash

Le terapie somatiche sono utili perché possono attivare la rete della memoria attraverso il tatto, portando consapevolezza al corpo, movimento, ecc. Ciò fornisce dati per l’elaborazione del trauma. Gli interventi somatici aiutano anche come “esperienza di dis-conferma” in cui apprendiamo che è sicuro essere incarnati di nuovo, ossia, che siamo al sicuro nel nostro corpo e che il nostro corpo è al sicuro.

Le terapie somatiche ci danno l’opportunità di fare ciò che non siamo riusciti a fare al momento del trauma, sono un modo efficace per “aprire” vecchie sinapsi e riconnetterle in modo diverso.

Memoria ed emozione sono nel cervello, non nel corpo. Ma le fibre nervose autonome collegano il cervello al corpo, quindi ciò che accade nel cervello, in particolare nel mesencefalo, dove si trovano le emozioni e la memoria a breve termine, lo si percepisce nel corpo. E quindi, la disregolazione del sistema nervoso autonomo che è iniziata da un trauma, può causare non solo dolore fisico, ma persino malattie.

Il mio libro parla praticamente solo di questo aspetto.

Il pensare ai problemi fisici e a quelli psicologici come separati, il credere che la mente ed il corpo siano due sistemi distinti, è indice di una visione miope e quanto mai lontana dalla realtà. L’indiscutibile indissolubilità del legame mente-corpo viene riscontrata poi in ciò che concretamente guarisce  i disagi; infatti, più siamo connessi con il nostro corpo, meno “lavoro di guarigione” dobbiamo fare. Più siamo connessi al nostro corpo, più lo ascoltiamo, più possiamo guarire.

Perché? Perché guarire significa sentire, attraversare un’emozione completamente nel nostro corpo, fino a quando non sperimentiamo un rilascio e un’apertura dall’altra parte: curiosità, apertura, connessione e compassione.

Quando abbiamo vissuto molti traumi che non sono stati elaborati, i sentimenti sono incredibilmente intimidatori. Diventano disregolanti e destabilizzanti. Questo perché ci sono state molte emozioni non elaborate durante gli eventi pericolosi (o percepiti come tali) della nostra vita che semplicemente non abbiamo avuto il tempo di elaborare in quei momenti: eravamo completamente concentrati sulla sopravvivenza.

Più elaboriamo queste emozioni, più spazio abbiamo nei nostri corpi.

Dobbiamo incarnare anche la consapevolezza che le emozioni sono sicure e non minacciose.

Le emozioni, poi, vanno e vengono durante il giorno. Impariamo a dare loro spazio ed a sentirle, senza per questo esserne disregolati.

Grazie per avermi letto fin qui e a presto!

Rosa

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