Cercate un terapeuta che sia motivato dall’amore
Ciao a tutti!
Questa è una lettera aperta a certi psicologi, mental coaches o counsellors. Prima di scriverla, voglio fare un paio di premesse.
Per quanto riguarda i social, essendo stata io stessa in cerca di aiuto all’inizio del mio percorso di guarigione, mi è capitato spesso in questi ultimi anni di seguire su Instagram dei profili di alcuni terapisti, che lì per lì sembrano molto incoraggianti ed affidabili. Sia stranieri che italiani. Poi per curiosità sono andata a vedere cosa commentavano sotto i post di altre persone estranee e sono rimasta molto delusa.
Mi è capitato anche il contrario, ossia vedere dei post e leggere alcuni commenti denigranti; andando a vedere chi li aveva scritti, scoprivo che, talvolta, erano persone che ricoprivano il ruolo di terapista.
Nella vita quotidiana mi è capitato spessissimo di essermi confrontata con amici e conoscenti che andavano in terapia e, sinceramente, mi sono state riportate cose aberranti. Se una persona va dal terapista e si apre, gli parla dei suoi disagi e questo specialista gli risponde cose come: “questi non sono veri problemi …” beh, scusatemi ma c’è qualcosa che non torna.
Un vero terapista non esprime mai un giudizio di valore su ciò che gli dite, piuttosto cerca insieme a voi una soluzione per trasformare quel disagio. Vi consiglio di non pagare qualcuno per darvi la sua opinione intrisa di giudizi, per questo potete farvi una chiacchierata al bar con qualcuno. Gratis.
C’è anche da dire che molte persone rimangono in terapia per anni ed anni e, a parte qualche momentaneo sollievo, non riescono a risolvere definitivamente i loro problemi. Colgo l’occasione per ricordare che la terapia della parola è uno strumento che agisce su determinate aree del cervello, ma quando si tratta di traumi e conseguenti schemi di comportamento adattativi, la terapia della parola da sola non può funzionare.
Non lo dico io, lo dicono le neuroscienze. Le aree del cervello interessate dal trauma dove si devono apportare dei cambiamenti sono altre e non sono quelle toccate dalla terapia della parola. Quindi, terapia della parola si, ma deve essere accoppiata a una terapia somatica. Ho scritto molto su questo nel mio libro.
Se non siete dei terapisti, prendete questa lettera come spunto per chiedervi se veramente trovate giovamento concreto dal percorso che state facendo e se la figura alla quale vi rivolgete possa avere la vostra totale fiducia. È fondamentale sapere anche che metodo applica; informatevi per capire se nel vostro caso sia il metodo giusto, altrimenti passere anni in terapia, spendendo una barca di soldi e non risolvendo mai definitivamente.
Fatta questa premessa, voglio scrivere direttamente a queste figure di aiuto.
Cari terapisti e coaches di Instagram, adoro i vostri bellissimi contenuti di guarigione. I post, i reels, i video che create per i vostri followers sono davvero edificanti ed utili, in particolare per le persone che hanno avuto brutte esperienze con la terapia e la psichiatria. State offrendo speranza alla gente. Lo adoro e vi stimo per aver scelto una professione difficile e, talvolta anche sottopagata, perché volete davvero aiutare le persone.

Ma sono confusa…perché oltre a questi contenuti “curativi”, vi vedo anche partecipare a molestie, vi vedo alimentare una certa cultura dell’annullamento. Vi vedo perpetuare gli stessi comportamenti malsani e deliranti che molti dei vostri stessi clienti stanno cercando di curare: adulazioni, ipervigilanza, l’essere il capro espiatorio, la reattività ed altro ancora.
Noto un doppio standard: offrite speranza e guarigione, ma anche, regolarmente, molestie, umiliazioni verso le persone online.
Tenete la guarigione in una mano ed una frusta nell’altra, e questo è veramente triste.
Come posso fidarmi del fatto che voi possiate mantenere spazio per me e per le nostre differenze di opinioni o convinzioni? Non sono una terapista, ma penso di saperne abbastanza per notare che questo comportamento viola l’etica della vostra professione. Sono certa che nessuna delle vostre credenziali è stata ottenuta dimostrando i livelli di disumanizzazione a cui vi vedo partecipare online.
Attacchi, critiche, prepotenze, molestie, umiliazioni e annullamento degli altri. So che lo fate perché sto guardando costantemente quello che succede sul web. Vedo i commenti che lasciate nei feed di estranei. Noto i contenuti di cui fate gli screenshots e ricondividete con il vostro commento critico.
Vedo tutto questo e mi chiedo sinceramente: potreste mai rappresentare una base sicura per le persone che si rivolgono a voi? Potrei fidarmi di un terapista di questo tipo? Oppure potrei essere trattata con lo stesso disprezzo e mancanza di rispetto con cui trattate gli estranei su Internet?
Caro terapeuta, ho detto e fatto cose di cui non vado fiera. Ho alcune cose brutte nel mio passato: parti non guarite, vecchi schemi di comportamento e convinzioni limitanti. Potrei aver bisogno del tuo aiuto, ma non sono sicura di potermi fidare di te in base a ciò che sto osservando.
Tutte queste cose che leggo, sento e vedo, mi stanno lasciando l’amaro in bocca per la terapia in generale. Onestamente, mi fa perdere la speranza vedere che queste figure che dovrebbero aiutare, curare, sono diventate molestanti o comunque che nel loro privato, si comportano come persone molto più “attivate” di quelle che dovrebbero assistere.

Io comunque non voglio incolpare gli altri, voglio smettere di concentrarmi su cose al di fuori di me ed assumermi la responsabilità radicale di me stessa e dei miei sentimenti. Dico solo che una persona che sta male forse ha bisogno di aiuto per regolare il proprio sistema nervoso, per non sentire costantemente l’energia dello schema di lotta/fuga nel proprio corpo. Forse ha bisogno di aiuto per stabilire i suoi confini e vivere in modo autentico.
Dico solo che non sono sicura che tu sia la persona giusta per aiutare, perché non sembra che tu sia stato in grado di fare queste cose. Anzi, sembra che anche tu sia abbastanza “attivato”.
Ho letto dei commenti sotto i post di alcune persone robuste per esempio; queste sono ancora degne di essere curate? Pensate davvero che anche loro meritino la guarigione? Non ne sono sicura. Ho notato che vi accanite davvero contro certe persone online – persone come quelle che ho descritto sopra – quasi come se fossero la vostra nemesi. Sembrate godere del loro dolore, e mi chiedo se allora sareste deliziati anche dal mio di dolore.
Durante la vita quotidiana, ho sentito dire con le mie orecchie da persone che lavorano come coach, o psicoterapeuti, cose assurde quando succedeva qualcosa di brutto a qualcuno che non gli piaceva o con cui non erano d’accordo. Sembravano credere che fosse stata fatta una sorta di giustizia … malata direi. Se io parlassi di me ad una persona del genere che fa questo tipo di lavoro, mi direbbe che “me lo sono meritato”?
Anche se ci sono molte cose di me stessa che vorrei cambiare, una cosa che so per certo è che non posso assumere qualcuno che mi aiuti se prova piacere dal dolore di qualcun altro. O dal mio dolore. Non posso assumere qualcuno che crede che la vergogna sia uno strumento efficace per guarire.
Con qualcuno che guarda il mio sesso o il mio colore della pelle o il mio reddito e che sminuisce le mie lotte (“questi non sono veri problemi..”). Non posso lavorare con qualcuno che mi richiede di stare dentro una scatola fatta di pregiudizi soggettivi per essere degna di guarigione.
Penso che tutti abbiano bisogno di trovare qualcuno in grado di poter prestare aiuto, qualcuno che non gli faccia vergognare. Apprezzo anche il fatto che avete mostrato chi siete veramente su Instagram e nella vita reale, altrimenti avrei potuto assumervi per aiutarmi – e sarebbe stato un grosso errore.
Quindi dico alle persone: se dovete cercare un terapeuta o un coach, cercatene uno che sia motivato dall’amore, non dalla paura o dall’odio.

Spero davvero che tutte queste persone che fanno questo lavoro e che nel privato si comportano così, capiscano cos’è che fa così male in loro stessi per metterli in condizione di dover sconfiggere gli altri per sentirsi meglio.
A tutti questi “specialisti”: non richiamo pubblicamente i vostri comportamenti. Non credo nei richiami o nella cultura di annullare l’altro, quindi non vi parteciperò né ora né mai. Credo che ogni essere umano sia capace di cambiare.
Credo che questi specialisti siano comunque persone e come tali possano star soffrendo, e se si comportano così stanno di certo soffrendo molto.
Sono molto dispiaciuta per il loro dolore e spero che possano trovare qualcuno che li aiuti, che gli mostri la compassione invece della vergogna.
Detto questo, ringrazio tutti gli specialisti che mettono il cuore in quello che fanno, rimanendo coraggiosamente coerenti con ciò che cercano di insegnare.
Grazie per avermi letto fino a qui e a presto!
Rosa