Imparare a regolare le nostre emozioni
Ciao a tutti amici!
È capitato un po’ a tutti, penso, di dire “sì” a qualcuno per poi provare rimpianto e risentimento perché non riusciamo a dire “no” quando siamo al limite o abbiamo bisogno di una pausa. Oppure, magari ci è capitato di tenere per noi i nostri sentimenti e bisogni per paura o vergogna perché non riusciamo a comunicare ad una persona che ci sta ferendo o che ha oltrepassato un nostro confine.
Se non è capitato a noi, magari abbiamo visto questi atteggiamenti negli altri.
Questi atteggiamenti e molti altri, fanno parte di uno schema detto “people pleasing”, in italiano potremmo tradurlo con “adulazione”. Come possiamo notare, lo schema di adulazione è molto diverso da un’autentica gentilezza.
Facciamo ancora qualche esempio:
- Gentilezza autentica: rifiutarsi di autorizzare comportamenti che danneggiano il mio sistema nervoso / Adulazione: consentire comportamenti dannosi verso di me per non “perdere” l’amore di qualcuno
- Gentilezza autentica: proteggermi in modo compassionevole / Adulazione: negare la mia verità o accettare quella di qualcun altro come “giusta”
- Gentilezza autentica: credere nella capacità di qualcuno di fare ciò che è meglio per sé stesso / Adulazione: mi sento come se avessi bisogno di “riparare” o salvare qualcuno perché ha bisogno di me
Al centro dello schema di adulazione c’è il bisogno di controllare la reazione e la percezione che le altre persone hanno di noi.
I bambini che sono emotivamente trascurati possono abbandonare inconsciamente il loro senso di sé per mantenere la relazione con una figura genitoriale. Questo è il modo in cui si sviluppa lo schema di adulazione: senza un vero senso di Sé il bambino mantiene un falso senso di se attraverso la convalida o l’approvazione di altre persone. I bambini continuano a perpetrare questo modello fino all’età adulta, dove sceglieranno la carriera così come il partner, o prenderanno varie altre scelte di vita più o meno importanti, basate esclusivamente sull’ottenimento dell’approvazione. Temono profondamente di essere criticati o che possano turbare qualcuno o di deludere le persone a causa della disapprovazione avvertita dal loro senso di Sé.

Se una persona cresce in una famiglia in cui i suoi bisogni emotivi non sono stati soddisfatti, dove i suoi confini sono stati ignorati o dove si è sentita come un peso, interiorizza la convinzione di non essere “degna”. Da adulta, questa persona si adatta a questa falsa credenza cercando di diventare il più possibile “piacevole”; inconsciamente, cerca di dimostrare il suo valore soddisfacendo i bisogni degli altri per essere percepita come “buona” o “degna”. Ma in questo processo si finisce col provare risentimento o col sentirsi sfruttati perché nel tentativo di compiacere gli altri, si tradisce noi stessi.
Le persone che hanno sviluppato questa tipologia di risposta al trauma di solito hanno una profonda paura del conflitto o sono incapaci di esprimere una sana rabbia, impegnano il proprio tempo eccessivamente anche quando sono esaurite (al lavoro, per aiutare gli amici ecc..), dicono “sì” (per paura) quando vogliono dire “no”. Sono persone che tendono a spiegarsi eccessivamente o a scusarsi in continuazione, adottano un comportamento passivo aggressivo (non affermando direttamente ciò di cui hanno bisogno), non esprimono le proprie opinioni ma si affidano alle opinioni di qualcun altro (mancanza di fiducia in se stessi). Sono persone che fanno estrema difficoltà ad avere a che fare con qualcuno che è deluso da loro.
Innanzitutto, ricordiamoci che:
– deludere gli altri fa parte della vita (e non significa che una persona sia cattiva o sbagliata);
– non siamo responsabili dello stato emotivo delle altre persone;
– tutte le relazioni sane hanno dei confini;
– le persone che non rispettano o comprendono i tuoi confini probabilmente non ne hanno di loro;
– il tuo valore non viene dall’approvazione degli altri;
– le tue esigenze sono importanti e più le soddisfi, meno risentimento avrai.
Come interrompere la ripetizione di questo schema?
#1 Sicuramente, la prima cosa fondamentale è essere consapevoli di questo modello
L’adulazione è un comportamento appreso che deriva dal doversi sentire responsabile delle emozioni della figura genitoriale fin da bambino. Questo schema significa solo che è così che hai imparato a mantenerti al sicuro.
#2 Esercitarsi per imparare a soddisfare le proprie esigenze
Le persone che attivano meccanismi di adulazione hanno imparato ad abbandonare i propri bisogni per controllare il modo in cui le persone li percepiscono. Bisogna esercitarsi per imparare a soddisfare i propri bisogni facendo piccoli atti di cura verso sé stessi ogni giorno.
# 3 Stabilire i propri confini
All’inizio questo causerà paura e senso di colpa, soprattutto se qualcuno reagirà negativamente a questi nuovi confini. Con la pratica, la persona acquisirà più sicurezza.
# 4 Imparare a regolare le proprie emozioni
L’adulazione affonda le sue radici nell’incapacità di sedersi con le emozioni spiacevoli. Imparare ad accogliere le emozioni “difficili” significa che si sta guarendo.
Come esercitarsi a regolare le proprie emozioni?
La regolazione emotiva è la capacità di identificare un’emozione e gestire la nostra risposta interna a quell’emozione.
Le persone in grado di regolare le proprie emozioni sono più sicure di sé, hanno relazioni più sane e hanno livelli più elevati di fiducia in se stessi.
Molti di noi hanno subito ferite o traumi infantili che hanno inibito la nostra capacità di regolarci emotivamente. Abbiamo dissociato, intorpidito o buttato fuori senza controllo le nostre emozioni per stare al sicuro.
La pratica della regolazione emotiva ci consente di scegliere attivamente come rispondere alle nostre emozioni piuttosto che lasciare che le nostre emozioni controllino il nostro comportamento.
Come regolare le proprie emozioni:
# 1 Distinguiamo bene la sensazione nel corpo
Esempio: sento calore nel petto, sento formicolio nella pancia, sento il cuore battere forte in questo momento …
#2 Dare un nome all’ emozione
Esempio: mi sento ansioso in questo momento, oppure, mi sento rifiutato o come se non fossi abbastanza bravo, o invece, mi sento spaventato (nota: è diverso dal dire “Sono ansioso”)
# 3 Respirare per creare sicurezza
Esempio: iniziare a fare dei respiri lenti e profondi (rendendo l’espirazione più lunga); la respirazione lenta aiuta a stabilizzare il sistema nervoso
#4 Auto lenirsi
Esempio: annotare i propri sentimenti, chiamare qualcuno che ci sostenga, sedersi o coccolare un animale domestico, parlare gentilmente con noi stessi, fare un bagno caldo con le bolle, sedersi al sole, muovere il corpo.
Se nel corso della nostra infanzia le nostre emozioni non state accudite dalle nostre figure di riferimento (caregivers), abbiamo cercato dei modi per sopravvivere ed una delle possibili risposte di sopravvivenza che avremo sviluppato è il compiacimento delle persone. Comprendere profondamente i nostri caregiver a livello emotivo, in modo da dire, fare e sentire le cose giuste per mantenerli pacati e amorevoli nei nostri confronti.
Il people pleasing non riguarda solo la comprensione della mente degli altri; riguarda anche la comprensione dei desideri e delle paure più profondi degli altri, in modo che possiamo adattarci perfettamente a loro.

L’adulazione è una risposta di sopravvivenza che ci permette di stare al sicuro con gli altri, specialmente se siamo cresciuti non sentendoci emotivamente protetti, nutriti e confortati.
La parte più profonda della cura del people pleasing riguarda l’autoregolazione emotiva e l’imparare a rimanere in contatto con i nostri corpi superando la paura e l’ansia che emergono nell’interazione con gli altri.
Per coloro che hanno la tendenza a compiacere le persone, distogliere l’attenzione dagli altri e tornare al proprio corpo può essere straziante. Può sembrare davvero pericoloso farlo. Possiamo ricordare a noi stessi che mentre abbiamo paura e ci sentiamo minacciati, il nostro corpo è al sicuro.
È una pratica e richiede tempo e lavoro profondi.
Grazie per avermi letto fin qui e a presto!
Rosa