Un’esperienza diretta
Ciao a tutti amici!
Durante il mio percorso di autoguarigione dalla fibromialgia, ho studiato le diverse tipologie di risposta al trauma per capire quali fossero le mie e, di conseguenza, sapere come guarirle.
Quindi, visto che sono cose con cui in pratica abbiamo tutti a che fare, scriverò molto sui diversi tipi di risposta che il cervello aziona in presenza di una minaccia percepita: tutto questo per affrontare ciò che viene interpretato come un pericolo e, dunque, per proteggerci. Questi meccanismi condizionano le nostre vite in maniera profonda, pertanto ritengo siano argomenti fondamentali per il benessere di tutti.
In questo post voglio parlare della dissociazione. Ho esperienza diretta con questa tipologia di risposta al trauma ed ho pensato che magari poteva essere d’aiuto condividere quello che posso sull’argomento. Ho pensato che magari alcuni di voi potrebbero soffrire di dissociazione, oppure che si potrebbero trovare a stretto contatto, quotidianamente, con persone che ne soffrono, e non è per niente facile.
La dissociazione è una risposta al trauma in cui sei fisicamente presente e mentalmente “distaccato” e potresti non avere molti ricordi.
La maggior parte delle persone dissociate non hanno ricordi della loro infanzia, della loro adolescenza ed anche di gran parte della loro età adulta.
Diciamo che la maggior parte di noi è stata istruita a credere che un trauma sia il risultato di un grave abuso e dell’abbandono. Ed è proprio questa credenza errata il motivo per cui sono così appassionata nel volerne diffondere la descrizione corretta. Il trauma non riguarda solo gli eventi “grandi”. In realtà il trauma non può essere neanche misurato dall’entità dell’evento in se per se, ma riguarda unicamente l’impatto: le differenti tipologie di trauma dipendono dal modo in cui il cervello e il corpo elaborano quell’impatto. Infatti, non ci sono due persone che sperimentano il trauma allo stesso modo. Il trauma è la perdita della connessione con il Sé. Una perdita che porta ad una profonda solitudine e isolamento.
Non avere ricordi è il cervello che ci protegge da traumi a lungo termine.

A proposito di memoria, dei piccoli focus:
Memoria a breve termine: combattere con la memoria a breve termine può essere molto comune dopo un trauma e soprattutto se si è sviluppato un disturbo da stress post-traumatico. Potresti avere difficoltà a ricordare cose semplici e quotidiane ed essere più smemorato del solito. Potresti anche sperimentare la “nebbia del cervello”, che può rendere difficile la concentrazione.
Perdita di memoria e frammentazione: a volte potremmo non ricordare completamente un’esperienza traumatica che ci è successa. La memoria potrebbe sembrare frammentata e potresti ricordare solo delle parti dell’evento stesso. Il tuo cervello potrebbe anche aver bloccato il ricordo dell’evento traumatico per proteggerti. Ciò non significa che non abbia avuto un impatto su di te: stai solo lottando per ricordare consapevolmente l’evento.
Flashback e trigger (inneschi): anche se non ricordiamo consapevolmente i dettagli del trauma, i nostri corpi e il nostro sistema nervoso reagiscono comunque. Potrebbe includere l’essere innescato da determinati luoghi, profumi, oggetti, persone o qualsiasi altra cosa che ti ricordi l’evento traumatico. Entrare in contatto con questi fattori scatenanti può causare ansia, panico e persino flashback. Potresti anche non renderti conto consapevolmente che un qualcosa è un fattore scatenante e potresti rimanere scioccato dalla potenza della tua risposta quando ti imbatti in esso.
Mia madre ha iniziato a dissociarsi (essendo fisicamente presente, ma mentalmente assente) fin da bambina. Poiché sua madre non riusciva a connettersi con lei emotivamente, mia madre aveva sviluppato questo meccanismo di protezione. Nella sua infanzia c’erano anche ansia, caos, violenza domestica, senza che gli adulti modellassero come elaborare tutto ciò.
I ricordi si formano attraverso un attaccamento sicuro e protetto e molte persone non hanno accesso a questo. Quindi la dissociazione, nella vita di mia madre, è diventata un meccanismo di coping (meccanismo di difesa per affrontare la minaccia percepita). Era sempre con il pilota automatico, mai totalmente presente, sempre distratta, realizzando sempre scenari nella sua testa: questo è il modo in cui il cervello ci protegge dal dolore futuro.
Ho sempre avuto l’impressione che mia madre si trovasse costantemente su una nave spaziale, e questo era il modo in cui, scherzosamente, anche mio padre e mia sorella descrivevano questi momenti in cui era fisicamente presente ma mentalmente assente. Poi, una psicologa, durante una terapia congiunta con me, mia sorella e nostra madre, le fece notare che era “distaccata” e questo la scioccò, perché nella sua mente avevamo una connessione.
Sua madre era emotivamente disconnessa. Inconsapevolmente distratta dalle sue stesse ferite e dal suo dolore, non riusciva a connettersi con lei. Questo abbandono emotivo causò la sua risposta adattativa di dissociazione.
Avendo avuto un maternage di questo tipo, ho imparato rapidamente che il modo per essere “vista”, riconosciuta, era attraverso il successo ed ho fatto qualsiasi cosa per raggiungerlo. Ho inseguito un obiettivo dopo l’altro. Credo che la maggior parte delle persone esageratamente ambiziose (overachievers) abbiano un alto livello di dissociazione oppure abbiano avuto a che fare con almeno un genitore dissociato. L’ overachievement (ottenere risultati superiori con uno sforzo eccessivo) è una risposta al trauma premiata dalla società; tutti nella tua vita credono che tu stia bene, ma internamente c’è un dolore immenso.
Grazie all’uso della meditazione, del respiro e del movimento quotidiano per anni, mia madre sta riuscendo a rompere lo schema di dissociazione. Essere presente le sta permettendo, a mano a mano, di avere la sicurezza per creare ricordi.

Se non hai ricordi, cerca di capire che questa è una risposta umana normale e protettiva. La guarigione non ci richiede di riguadagnare ricordi e non abbiamo bisogno di individuare il motivo esatto per cui non esistono.
Quello che possiamo fare è imparare come stabilizzare di nuovo la sicurezza del nostro sistema nervoso nel momento presente e capire che se non ricordiamo è per la nostra protezione.
Grazie per avermi letto fin qui e a presto!
Rosa