Il tatto quantistico…non c’è

Non puoi mai toccare davvero nulla

Ciao amici!

Eh già, gli elettroni dei nostri atomi “respingono” gli oggetti, infatti quella che avvertiamo al tatto è la forza di questa resistenza. In realtà, in questo momento, stiamo letteralmente fluttuando. Nessun tocco, nessun abbraccio, nessun bacio… in realtà è questo ciò che sentiamo!

Non possiamo mai toccare nulla. Se in questo momento stiamo toccando qualcosa, a livello atomico non lo stiamo davvero toccando. Un tocco non è altro che la forza repulsiva tra gli elettroni: quando due cose entrano in contatto, gli elettroni di un oggetto respingono gli elettroni di un altro oggetto, a causa della loro carica simile.

Ogni volta che tocchi qualcosa in realtà percepisci la forza repulsiva. Più forte tocchi più forte sarà la forza repulsiva.

Ciò significa che ogni volta che siamo seduti su una sedia o qualcosa del genere, in realtà ci stiamo fluttuando sopra (giusto un pochino).

È una verità scientifica fondamentale che le cose spesso non sono come sembrano, o almeno, non sono come le percepiamo. Mentre stai leggendo questo ora, scommetto che sicuramente stai toccando qualcosa, che si tratti del tuo cellulare, del portatile, della sedia, della scrivania o del letto.

Tutto ciò che puoi vedere, toccare e “sentire” è composto da atomi – le parti infinitesimamente piccole che costituiscono la materia. Il campo di studio correlato a questi, chiamato “fisica quantistica”, ci offre molte cose strabilianti da considerare sul mondo che ci circonda, in particolare sulle indistinguibili attività che avvengono su scala atomica.

Gli elettroni hanno una carica negativa. Le particelle sono, per loro stessa natura, attratte da particelle con carica opposta e respingono altre particelle con carica simile. Ciò impedisce agli elettroni di entrare in contatto diretto (in senso atomico e in senso letterale).

Lo stesso vale per tutta l’umanità. Quando ti siedi su una sedia o sprofondi nel tuo letto, gli elettroni all’interno del tuo corpo respingono gli elettroni che compongono la sedia. Stai fluttuando sopra di essa ad una distanza insondabilmente piccola.

Allora, come mai possiamo percepire il dolore se urtiamo contro qualcosa? Come facciamo ad applicare sul nostro corpo certe sostanze? Beh, intanto possiamo dire che l’attrito, il contatto, è generato da interazioni di natura elettromagnetica tra gli atomi o le molecole dei diversi materiali che vengono in contatto.

Queste interazioni sono chiamate “forze di adesione o interazioni elettrostatiche deboli o residue”, in quanto derivano dall’effetto combinato e dalla parziale schermatura delle cariche elettriche positive dei nuclei atomici e quelle negative degli elettroni distribuiti attorno.

In realtà non siamo noi a toccare il materiale subatomico dell’oggetto. Probabilmente, grazie alla fisica quantistica, sai che gli elettroni si comportano come onde sparse e, grazie alla chimica, sai anche che va benissimo per due elettroni caricati negativamente condividere lo stesso livello di energia di un atomo o di una molecola, purché abbiano i loro spin intriseci orientati in direzioni opposte (ad esempio, spin up e spin down, come nell’immagine più avanti).

Semplifichiamo punto per punto:

  • Lo spin è una grandezza che indica la rotazione dell’elettrone intorno al proprio asse. Questa rotazione genera un momento angolare di spin;
  • Il movimento dell’elettrone intorno al nucleo dell’atomo, invece, genera un momento magnetico orbitale.

In questa immagine potete vedere il momento magnetico orbitale e possibili orientazioni del momento angolare intrinseco dell’elettrone (spin):

Fonte: https://www.researchgate.net/publication/260750348_Appunti_Di_Fisica_Generale_Applicata_Parte_Terza
  • Ogni elettrone ha un pacchetto contenente un insieme infinito di onde sinusoidali, con diverso numero di oscillazioni, che interferiscono costruttivamente in una piccola regione e distruttivamente nel resto dello spazio[1].

Quindi, anche se gli elettroni si respingono, i loro pacchetti d’onda possono sovrapporsi se i rispettivi spin intriseci sono orientati in direzioni opposte.

Se guardi un dizionario, il tatto è solitamente definito come contatto fisico, come il toccare fisicamente. Ciò significherebbe che il toccare sia come due oggetti solidi così vicini da non esserci più spazio tra loro. Il problema è che questo non ha nulla a che fare con le onde sovrapposte che, come abbiamo visto, sono il modo in cui si comportano effettivamente gli elettroni.

Quindi, sembra che “toccare” sia una parola incapace di descrivere l’universo reale come lo intendiamo oggi. Oppure, dovremmo cambiare la nostra nozione di “tocco” per indicare l’interazione a breve distanza, che è davvero ciò che accade tra gli elettroni quando ci si siede su una sedia.

Poi, c’è anche da dire che ancora sono in corso studi per comprendere a pieno l’elaborazione sensoriale a livello celebrale del dolore; per dei validi approfondimenti in proposito vi segnalo questi due link: 

https://www.scienzaeconoscenza.it/blog/consapevolezza/percezione-del-dolore

https://www.pathos-journal.com/page_113.html

Ma, indipendentemente dal fatto che tocchiamo qualcosa o meno, penso che quando parliamo di repulsione elettromagnetica del tuo sedere e della tua sedia, quello che stiamo davvero cercando di dire è… Heiii!!! Quanto è bello ricordarci che siamo fatti di atomi e molecole e che altre persone fatte di atomi e molecole siano state abbastanza intelligenti da capirlo!

Grazie per avermi letto fin qui e a presto!


  1. [1]  Joy Manners, Quantum Physics: An Introduction, CRC Press, 2000, pp. 53–56, ISBN 978-0-7503-0720-8.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

it_ITItalian