Come iniziare a praticare la creazione di sicurezza nel corpo
Ciao a tutti amici!
Parlare in pubblico, parlare al telefono, mangiare davanti agli altri, partecipare ad una festa affollata, entrare in una stanza in cui ci sono persone già sedute…avete mai temuto una di queste situazioni? Ecco questo è il genere di cose che chi soffre di ansia sociale cerca di evitare come la peste. Probabilmente avrete già sentito parlare di ansia sociale, visto quanto questo tipo di angoscia si sia ormai diffuso tra la gente. Proviamo a capirla meglio insieme.
Io ne ho sofferto per tantissimi anni, da quando ancora non sapevo che tutti quei sintomi spiacevoli avessero un nome. Non che mi piacciano le etichette, anzi. Ma quando c’è una diagnosi possiamo dare un nome ai nostri problemi. Non siamo più quelli strani, ci viene riconosciuto un qualcosa. Il che, parlando da ex malata di fibromialgia, è già parecchio.
La caratteristica principale della fobia sociale è la paura di agire, di fronte agli altri, in modo imbarazzante o umiliante e di ricevere giudizi negativi. Si distingue in: semplice, quando la persona sperimenta ansia sociale solo in una o poche tipologie di situazioni; generalizzata, quando la persona teme quasi tutte le situazioni sociali.
La persona teme di risultare inappropriata o che i segni dell’ansia siano evidenti: arrossire, bloccarsi, non riuscire a parlare, balbettare, inciampare in pubblico, sudare, tremare ecc.. Oltre a temere il giudizio altrui, la persona che soffre di ansia sociale, teme anche di poter apparire fuori luogo, inappropriata. La conseguenza è un notevole evitamento delle situazioni che generano ansia, che a volte può portare a un ritiro sociale. Queste forme di evitamento rischiano di creare dipendenza.

Si prova ansia anche rispetto anche ai feedback positivi e all’essere al centro dell’attenzione, e tutto ciò non ha niente a che vedere con l’introversione. Chi ne soffre si preoccupa eccessivamente sia del passato che del futuro.
Spesso l’ansia sociale viene definita un “disturbo”. Ma non sono totalmente d’accordo con questa definizione. Secondo me è più corretto considerare l’ansia sociale un sintomo di disregolazione del sistema nervoso.
Come nasce l’ansia sociale? Sicuramente nei primi ambienti che ci troviamo a frequentare (casa, scuola, ecc..), in cui i nostri bisogni emotivi non sono stati soddisfatti. Nel corso del tempo, a causa di queste mancanze, siamo diventati ipervigilanti (focalizzati su tutto ciò che ci circonda) nel tentativo di provvedere ai nostri bisogni e di sentirci al sicuro.
L’ipervigilanza fa sentire il corpo come se ci fosse una minaccia o un pericolo nell’ambiente. Il sistema nervoso risponde a questa sensazione con sintomi quali palmi delle mani sudati, battito cardiaco accelerato, pensiero ossessivo su ciò che le persone pensano di noi, paura di dire la cosa sbagliata o dissociazione (la sensazione di essere fisicamente presenti ma mentalmente assenti).
Questo può rendere le situazioni sociali estenuanti, opprimenti o farci stare continuamente in allerta o renderci incapaci di rilassarci completamente.
Per far fronte a questa disregolazione del corpo, molte persone usano l’alcol o altre sostanze per regolare (calmare) la risposta del sistema nervoso.
Questo tipo di ansia provoca dei cicli molto dolorosi perché noi siamo fatti per connetterci con gli altri e per sentirci al sicuro nel farlo. Quando la connessione non ci sembra sicura è perché abbiamo ferite irrisolte dovute a legami in cui abbiamo sperimentato cose come l’abbandono, il tradimento o la vergogna.

Allora, adesso cerchiamo di schematizzare in modo molto semplice cosa possiamo sperimentare quando si soffre di ansia sociale:
A livello fisico: groppo in gola, sudorazione eccessiva, mal di stomaco, voce tremante, tremito, battito cardiaco accelerato, ecc…
A livello mentale: avere difficoltà a parlare, paura del giudizio, eccessiva preoccupazione per come appariamo, paura dell’umiliazione, auto-giudizio, paura di apparire noiosi, ecc…
A livello comportamentale: evitare le situazioni sociali, bere o usare droghe per intorpidire la sensazione di disagio, arrivare in ritardo, andarsene prima rispetto agli altri, evitare il contatto visivo, nascondersi in bagno, ecc..
Spesso questi comportamenti vengono interpretati come manifestazione di una grande timidezza. Ma l’ansia sociale non è solo questo, può anche essere il pensare che tutti ci stiano giudicando, il credere che tutti gli altri siano davvero sicuri di sé stessi, il preoccuparci che le persone possano vedere quanto siamo ansiosi, il pensare di essere noiosi e di non avere niente da dire, lasciare i messaggi di testo non letti per lunghi periodi di tempo, il bisogno di alcol o droghe per sentirci più sicuri, il preoccuparci di essere solo un peso ed uno spreco di spazio, ecc..
Come possiamo iniziare a praticare la creazione della sicurezza nel nostro corpo? Vediamo insieme un kit di strumenti validi:
Respirazione (breathwork): la respirazione attiva il nostro sistema nervoso parasimpatico (riposo e digestione).
Nutrizione/Salute intestinale: il nostro microbioma è legato alla nostra salute mentale generale. Gli scienziati hanno collegato microbi specifici all’ansia, motivo per cui diventare consapevoli di come ciò che si mangia si “sente” nel corpo è così importante.
Sonno: il sonno è fondamentale per riequilibrare e riparare il sistema nervoso.
Connessione con se stessi: cercare la convalida o l’autostima attraverso gli altri causa la mancanza di connessione con se stessi. Ritagliarci del tempo intenzionale da soli, creare e giocare ripristina la connessione personale.
Confini: dobbiamo stabilire dei confini chiari per proteggere il nostro tempo, la nostra energia e le nostre risorse. Ciò è fondamentale per sentirci al sicuro.
Vorrei chiudere questo articolo rivolgendomi direttamente a te che hai avuto la bontà di leggermi fin qui.
Sebbene l’ansia possa sembrare terribile, di solito non è così male come sembra. Cerca di non preoccuparti troppo se ci sono dei silenzi. Tutti hanno la responsabilità di mantenere viva la conversazione, non solo tu. Anche se le persone possono vedere che sei ansioso, non significa che penseranno male di te.
L’ansia rivolge la tua attenzione verso l’interno, il che può peggiorare i sintomi. Se stai parlando con qualcuno, presta attenzione a ciò che sta dicendo, piuttosto che pensare a cosa dire dopo. Se ti senti sopraffatto, è importante prendersi una pausa; vai in bagno o vai a fare due passi intorno all’isolato per schiarirti le idee: può fare una grande differenza per come ti senti.
Fai attenzione ai modelli di pensiero “previsionali” e catastrofizzanti. Queste sono distorsioni cognitive comuni nell’ansia sociale e possono portare a paura e panico. Una volta che diventi consapevole dei tuoi pensieri, chiediti: “Ho qualche prova che questo sia vero?”
Non siamo rotti, siamo solo disregolati… possiamo guarire da tutto!
Grazie per avermi letto fin qui e a presto!
NB: Ovviamente non è sufficiente riconoscersi in alcune di queste dinamiche per poter fare una diagnosi. La diagnosi è sempre eseguita da un professionista (psicologo o psichiatra) che valuta la persona nel suo complesso e non si riduce ad un elenco di sintomi.
Per approfondire: https://www.pacinimedicina.it/wp-content/uploads/25594_interno-3B-1.pdf